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<dc:title>'Ardono le mie unghie e i miei pori'. Il corpo violentato nella letteratura testimoniale cilena.</dc:title>
<dc:creator>Peris Blanes, Jaume</dc:creator>
<dc:subject>Testimonio</dc:subject>
<dc:subject>cuerpo</dc:subject>
<dc:subject>Chile</dc:subject>
<dc:subject>Violencia</dc:subject>
<dc:subject>Dictadura</dc:subject>
<dcterms:abstract>Pinochet (1973-1990) il corpo dei detenuti occupa uno spazio d’eccezione. Non c’è da sorprendersi, se si considera che era stata la logica stessa della repressione a porre il corpo al centro della propria strategia politica, produzione discorsiva e pratica militare. Né si tratta certo di una novità, visto che molti dei regimi repressivi che hanno fatto ricorso a retoriche massimaliste e a politiche del terrore hanno collocato il corpo nel fulcro delle loro strategie discorsive e militari; nel caso cileno, tuttavia, tale presenza ha intrapreso un percorso specifico, che molte delle testimonianze dei sopravvissuti alla violenza hanno cercato di rappresentare in diversi modi. In primo luogo, i discorsi del regime militare hanno posto il corpo e le sue patologie al centro della loro rete metaforica, rendendolo un’immagine perfetta per giustificare le proprie misure repressive e politiche economiche. Per questo si parlava della necessità di «extirpar el cáncer marxista» e di un intervento chirurgico per risanare le sorti della nazione, paragonando le cupole militari a chirurghi che dovevano dissezionare il corpo del Paese per eliminare tutti gli elementi che ne impedivano il corretto funzionamento. Questa retorica collocava i militari in una posizione di legittimazione: quella di coloro che, votati a un bene superiore, erano autorizzati a compiere un male necessario nonostante ciò implicasse, letteralmente, macchiarsi le mani di sangue e provocare dolore.</dcterms:abstract>
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<dc:identifier>Peris Blanes, Jaume. (2017) "Ardono le mie unghie e i miei pori'. Il corpo violentato nella letteratura testimoniale cilena". Letteratura di testimonianza in America Latina. (Emilia Perassi y Laura Scarabelli, edas.) Milan: Mimesis Edizioni.</dc:identifier>
<dc:identifier>http://hdl.handle.net/10550/68013</dc:identifier>
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